VINILE MON AMOUR!
- Paolo Di Menna
- 27 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min

Durante l'ultimo ventennio siamo stati testimoni della lenta decadenza, fin alla quasi totale scomparsa, di tutti i formati audio analogici. La digitalizzazione della musica, che di conseguenza ha portato ad una maggiore fruibilità della stessa, ha stroncato la vendita di vinili, musicassette e cd. Si è arrivati al punto dove è possibile ascoltare tutto in maniera molto più facile e meno dispendiosa, ma qual è il prezzo pagato per usufruire di questa comodità?
L'era della musica digitale.
L'mp3 nacque nel 1995 e da li in poi il mondo della musica si avviò ad una trasformazione radicale, si è passati dall'ascoltare le nostre canzoni preferite da enormi stereo o walkman molto ingombranti a piccoli aggeggi da tenere comodamente in tasca, i lettori mp3, prima grande comodità.
Un altro grosso punto di forza fu la quantità di musica da poter portare sempre con sé, si passa dalle poche tracce contenute in musicassette e cd alle centinaia contenute nei piccoli riproduttori tascabili, spesso però a discapito della qualità ma questo poco importa al consumatore medio.
Ultimo, ma forse il più importante, motivo che ha portato al boom del formato mp3 è stato il prezzo. In pratica con il fenomeno della pirateria online, la musica fu resa accessibile a tutti praticamente a costo zero, bastava una connessione ad internet ed il gioco era fatto, si poteva avere subito a portata di mano ultime uscite e discografie complete.
Per porre rimedio a questo fenomeno che rischiava di sfuggire al controllo, si è intrapresa un estenuante lotta per porre un freno, la più celebre è forse stata la battaglia portata avanti dai Metallica contro Napster, che all'epoca era il più grande "portale" da cui scaricare files illegalmente.
Da queste battaglie venne fuori ciò che forma il mercato musicale odierno, lo streaming online.
Queste nuove piattaforme rendono disponibile un immenso repertorio musicale pagando un abbonamento mensile, addirittura c'è la possibilità di aprire account gratuiti naturalmente scendendo a compromessi in fatto di qualità e riproduzione online. Lo streaming ha fatto si che il download illegale di mp3 subisse un consistente calo con buona pace delle case discografiche.
Chi è stato a pagare lo scotto della digitalizzazione della musica?
Senza dubbio a pagare il prezzo più caro sono stati i negozi di musica indipendenti. Queste attività non erano solamente semplici punti vendita, erano realtà molto più complesse e profonde. Erano punti in cui socializzare, in cui scoprire nuove band, in cui passare pomeriggi spulciando tra i raccoglitori alla scoperta di qualche titolo accattivante, punti di aggregazione in cui trovare nuovi componenti per formare quelle che poi sarebbero diventate band storiche.
Tempo fa leggevo un libro molto interessante intitolato "il 33° giro" di Graham Jones, l'autore, che lavorava per un'impresa che riforniva i negozi di dischi, decise di fare un giro per il Regno Unito alla ricerca dei suoi vecchi clienti al fine di studiare l'andamento del mercato discografico, ma ciò che trovò non furono bei negozi di dischi da cui fuoriusciva buona musica, ma semplicemente e molto tristemente quello che si trovò di fronte furono saracinesche abbassate o chioschetti di fish and chips.

Il ritorno del vinile.
Negli ultimi tempi qualcosa di nuovo e di fantastico sta accadendo, ossia il boom di vendita dei vinili, un formato che ormai molti davano per estinto insieme alle musicassette. Probabilmente le persone hanno capito che la musica digitale non lascia più nulla in mano, le belle copertine dei dischi, i libretti con i testi, lo scartare dal cellophane un disco appena acquistato. Tanti piccoli gesti di cui finalmente se ne sta riscoprendo il gusto.
Personalmente io sono un grande amante del vinile, ricordo da bambino quando mio padre la domenica mattina metteva su qualche disco di Lucio Dalla, di Vecchioni, di Bennato ed io rimanevo assorto a vedere la puntina che scivolava mentre la musica mi entrava nelle orecchie.
Il suono del vinile pur essendo sporco, ha quel fascino che nessun altro supporto possiede, corposo, avvolgente, vero.
I dati di vendita dei 33 giri sono entusiasmanti, nel 2018 si è constatato un aumento del 19,2% delle vendite, numeri che non si vedevano dal 1990. Nell'era della musica liquida il vinile si sta ritagliando una bella fetta di mercato, riportando così in auge la musica in formato analogico. La rinascita dei 33 e 45 giri, sta portando anche alla ricomparsa di quei negozietti di musica che erano spariti, favoriti anche dalle numerose iniziative che prendono atto ogni anno, la più importante delle quali è il Record store day, il giorno in cui per l'appunto si celebrano i punti vendita indipendenti, per quest'occasione le case discografiche rilasciano ristampe ed edizioni speciali dei dischi che hanno fatto la storia.
Come una fenice che risorge dalle sue ceneri, anche il vinile sta risorgendo quando ormai tutti ne avevano sancito l'estinzione.
Che in futuro non tornino anche le musicassette, il formato con cui sono cresciuti quelli della mia generazione?
La speranza è l'ultima a morire.

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